Faccio fatica a capire certe uscite. Anche se non si apprezza il suo pensiero, le sue scelte, la sua scrittura (sia attuale che passata) è comunque innegabile quello che ha fatto per il fumetto in quanto medium e in quanto mercato.
Lungo la sua carriera sono stati molti i cambi di rotta pur rimanendo sempre in linea con il suo pensiero. Un pensiero personale e indipendente. È stato critico con il mercato ma ha comunque trovato sempre modi nuovi per portare avanti quello che per lui dovrebbe essere una ricerca artistica, senza mai dimenticare il lato economico. Lato economico che non è mai stato esclusivo. Non dimentichiamoci che le sue prime scelte produttive sono state dettate da aspetti pragmatici. L'essere diventato uno sceneggiatore è dipeso anche dal fatto che come disegnatore era troppo lento. La sua non è mai una critica vuota. Negli anni '90 i super eroi erano vuoti e ridicolmente oscuri? Lui risponde con il positivismo di Supreme. Lei idee scarseggiano e sono troppo autoreferenziali? Lui avvia un'intera linea editoriale, la ABC. Le major sono totalizzanti e non lasciano spazio alla voce autoriale? Eccolo aprire case editrici nuove come la Mad Love. In tutto ciò si vede come ad una critica segua sempre una risposta alternativa. Da avvio a progetti che possano dare corso a nuovi modi di concepire il fumetto ed il suo mercato.
Su questo esempio si fonda Cinema Purgatorio.
(copertina del primo volume edizione Panini Comics)
Cinema Purgatorio è un'antologia a fumetti mensile edita da Avatar. È stata avviata da una campagna di crowdfunding che ha superato di gran lunga la soglia richiesta.
Ogni numero, in bianco e nero, è composto da 5 episodi di altrettanti team creativi:
CINEMA PURGATORIO
Alan Moore e Kevin O'Neil
CODICE PRU
Garth Ennis e Raulo Caceres
MOD
Kieron Gillen e Ignacio Calero
UNA PIÙ PERFETTA UNIONE
Max Brooks e Michael DiPascale
L'IMMENSO
Christos Gage e Gabriel Andrade
Le cinque serie sono indipendenti e diverse nello stile e nei toni. Il filo conduttore è l'horror inteso in senso ampio. In ogni storia, di genere, si nota emergere l'elemento oscuro dietro ad un contesto familiare e verosimile. Si crea un contrasto tra ciò che conosciamo e ciò che è intrinsecamente perturbante.
La serie di Moore e O'Neil è composta da storie autoconclusive in cui, di volta in volta, uno spettatore entra in un cinema per assistere ad un film. Il cuore dell'episodio sarà quindi il fim proiettato. In ogni nuova uscita Moore prende un genere e lo ribalta inserendovi elementi disturbanti. La lettura risulta straniante e l'atmosfera onirica ammaliante. Sembra sempre che sfugga il perchè.
Negli ultimi anni Moore si è dedicato al cinema scrivendo, recitando e sviluppando una serie di cortometraggi che hanno dato la luce al progetto Show Piece. Ho l'impressione che le riflessioni dello scrittore sul cinema si siano riversate in questa serie. Quello che ne emerge è un discorso metacinematografico tramite il linguaggio fumettistico. Ma forse non si ferma qui e la cosa non mi stupirebbe. La serie, come dicevo, è d'ambientazione onirica. Un sogno ricorrente in cui lo spettatore, il lettore, entra sempre nello stesso cinema. Ma procedendo con gli episodi si va ad ampliare lo scenario, questo aumenta ulteriormente lo straniamento nella lettura.
In anni in cui l'horror è di moda sia nei fumetti che fuori Moore trova il modo di inserirsi con la sua voce personale e a mostrare un modo alternativo di fare fumetto.
(il trailer per pubblicizzare la campagna di crowdfunding diretto da Mitch Jenkins)
La serie è pubblicata in Italia da Panini Comics
Il volume raccoglie le prime tre uscite dando la possibilità di leggere 3 episodi per ogni serie.
Al momento negli Usa è uscito l'undicesimo numero e, Alan Moore, ha di recente dichiarato che probabilmente continuerà fino al numero 18.
2 commenti:
Grazie! Almeno ho capito di cosa parla questo fumetto con questa copertina così inquetante...
Ciao Fabrizio,
mi fa sempre strano trovare commenti nel blog!
In ogni caso, Moore si prende a scatola chiusa!
un saluto
sp
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